top of page

GRUPPO CARITAS PASTORALE DI GOZZANO 

Gozzano ha il Centro ascolto Caritas 07/05/2010     

 

Anche a Gozzano si è costituito un centro di ascolto della Caritas a livello di Unità pastorale del gozzanese, con lo scopo di dare risposte al messaggio evangelico della carità e ai bisogni concreti della gente in difficoltà. Coordinatore è il dottor Alberto Cravero che lo scorso mese di dicembre, nella festa dei mandati, ha ricevuto tale delega dalla parrocchia. Formalmente è stato costituito con l’incontro di giovedì 22 aprile presso il centro anziani “Venerabile padre Picco”, presenti rappresentanti di tutte le parrocchie dell’Unità pastorale: Auzate, Baraggia, Bolzano Novarese, Bugnate, Gargallo, Gozzano e Soriso. E’ intervenuta anche la coordinatrice della Caritas di Borgomanero Maria Emilia Borgna.
Come è maturata l’idea del centro di ascolto, lo abbiamo chiesto ad Alberto Cravero.
«Ci siamo posti gli interrogativi di fondo che sottostanno alla struttura di una comunità cristiana. Come si sta attuando il Vangelo della carità nel vicariato e in particolare nella nostra Unità pastorale? Come è accolto? Come ci lasciamo provocare dal Vangelo della carità? Quale messaggio risuona in questo territorio? Il Vangelo che annunciamo è una proposta concreta o solo un’enunciazione di principio?».
L’Unità pastorale è una nuova struttura che la Chiesa locale utilizza per una pastorale omogenea e corrispondente alle realtà del territorio. Da qui, spiega Cravero, la scelta di coinvolgere questo ambito territoriale: «Le sollecitazioni del vescovo Renato, che nell’ultima lettera pastorale indica la via delle Unità pastorali come strumento per facilitare la realizzazione di percorsi uniformi e aiutare le singole parrocchie raccogliendo le forze esistenti su un territorio più vasto, sono state riprese a livello di vicariato e la commissione carità ha individuato come proprio nel campo dell’attenzione alle fragilità si possano concretizzare tali percorsi».
r. fornara

 




    
 

AIUTO PER I POVERI

SUPPORT THE CHILDREN

Il Centro di ascolto della Caritas diocesana è il luogo privilegiato (perché consegnato dalla tradizione e confermato dall’esperienza) in cui si intessono relazioni con i poveri, maestri e pulpito del parlare e dell'agire di ogni Caritas.
Il servizio del Centro di ascolto diocesano è coordinato da una persona con incarico specifico da parte del Direttore della Caritas diocesana che promuove e gestisce direttamente il servizio stesso. All’interno del Centro di ascolto diocesano operano sia volontari che collaboratori retribuiti.
Nel Centro di ascolto gli operatori lavorano in équipe. Periodicamente si confrontano su come supportare le diverse persone incontrate. Questo permette di armonizzare i criteri di intervento e rendere omogeneo lo stile di lavoro.

 

                   Funzioni e compiti

 

Il Centro di ascolto fa dell'ASCOLTO il suo MODO PROPRIO di SERVIZIO. Il suo "fare" prevalente è l'ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno.
Dall'Ascolto e dall’Accoglienza della persona conseguono le altre funzioni specifiche:
1. Presa in carico delle storie di sofferenza e definizione di un progetto di"liberazione".
2. Orientamento delle persone verso una rilettura delle reali esigenze e una ricerca delle soluzioni più indicate e dei servizi più adeguati presenti sul territorio.
3. Accompagnamento di chi sperimenta la mancanza di punti di riferimento e di interlocutori che restituiscano la speranza di un cambiamento, mettendo in contatto la persona con i servizi presenti sul territorio ed attivando tutte le risorse possibili.
4. Prima risposta per i bisogni più urgenti, sempre attraverso il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e del territorio.


Il Centro di ascolto diocesano non è sostitutivo di quello/i parrocchiale/i, vicariale/i, zonale/i ecc… e non assume alcun ruolo di delega da parte delle parrocchie. Piuttosto, svolge, al fianco del servizio ai poveri, un servizio di animazione della comunità cristiana espressa soprattutto dalle funzioni di: 
- sussidiarietà: rivolge il suo servizio a persone che vivono in condizione di povertà che ancora non hanno trovato accoglienza e ascolto nella comunità parrocchiale 
- e stimolo: svolge il suo servizio di ascolto in continuo dialogo con i Centri di ascolto parrocchiali, vicariali o zonali e delle parrocchie.

 

Esistono soltanto due vie: quella dell'amore e quella dell'odio.    Entrambe hanno però dei gradi intermedi. Quando riconosciamo il nostro prossimo nell'uomo che ci sta accanto, nasce la carità. È il primo gradino verso il cielo. Quando invece non ve lo riconosciamo, allora è il primo gradino verso l'odio e verso l'inferno. L'inferno fin da quaggiù, proprio questo può comportare per me quell'uomo che evito per non vederne la sofferenza, o soltanto perché è diverso da me, parla un'altra lingua, è un esiliato, dunque potenzialmente minaccia il mio vivere tranquillo... Mio Dio, tu ami ogni uomo che ha bisogno d'amore. Tutti noi abbiamo bisogno d'amore. Ecco perché ci hai dato un solo comandamento: quello dell'amore.

 

LA CARITAS PARROCCHIALE

«L'amore del prossimo radicato nell'amore di Dio è anzitutto un compito per ogni singolo fedele, ma è anche un compito per l'intera comunità ecclesiale, e questo a tutti i suoi livelli: dalla comunità locale alla Chiesa particolare fino alla Chiesa universale nella sua globalità». (cfr. DCE, 20).

La Caritas parrocchiale è l'organismo pastorale istituito per animare la parrocchia, con l'obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza, non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia "comunità di fede, preghiera e amore". Questo non significa che non può esserci Caritas dove non c’è "comunità", ma si tratta piuttosto di investire, le poche o tante energie della Caritas parrocchiale nella costruzione della "comunità di fede, preghiera e amore". Come se la testimonianza comunitaria della carità fosse insieme la meta da raggiungere e il mezzo, (o almeno uno dei mezzi), per costruire la comunione. Un esercizio da praticare costantemente.

Cosa ci si aspetta dalla Caritas parrocchiale?

Ogni parrocchia, che è volto della Chiesa, concretizza la propria missione attorno

  1. all’annuncio della parola

  2. alla celebrazione della grazia

  3. e alla testimonianza dell’amore.

È esperienza comune che ci siano, in parrocchia, una o più persone che affiancano il parroco nella cura e nella realizzazione di queste tre dimensioni. Sono gli "operatori" pastorali, coloro che "fanno" (opera) concretamente qualcosa. Dopo il Concilio Vaticano II, la pastorale si arricchisce di una nuova figura: colui che "fa perché altri facciano", o meglio, "fa, per mettere altri nelle condizioni di fare". È "l'animatore pastorale". 
La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è costituita da figure di questo tipo: un gruppo di persone (ma nelle piccole comunità può trattarsi anche di una sola persona) che aiuta il parroco sul piano dell'animazione alla testimonianza della carità più che su quello operativo di servizio ai poveri. L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse, emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in ambito ecclesiale e civile (animazione).

Come lavorare per un così alto obiettivo?

L'esperienza e la riflessione avviata negli ultimi anni portano a definire alcuni elementi cardine su cui fondare il lavoro di ogni caritas anche in parrocchia:

  • la definizione dei destinatari/protagonisti del servizio di animazione: i poveri, la Chiesa e il territorio/mondo

  • un metodo di lavoro basato sull'ascolto, sull’osservazione e sul discernimento, finalizzati all’animazione

  • la capacità di individuare, tra tutte le azioni possibili, quelle in grado di collegare emergenza e quotidianità, cioè di intervenire nell’immediato e portare ad un cambiamento nel futuro

  • la scelta di costruire e proporre percorsi educativi, in grado di incidere concretamente nella vita delle persone e delle comunità.

Centrare sull'animazione e sul metodo pastorale il mandato della Caritas, ridimensionando le aspettative sul piano operativo, svincola la possibilità di costituire l’organismo pastorale dalle dimensioni e dalla situazione della parrocchia. In ogni contesto, infatti, seppure con modalità diverse, è possibile promuovere la cura delle relazioni, la conoscenza del contesto, la possibilità di scegliere insieme come agire, alla luce della missione della Chiesa nel mondo.

  • "Testimoniare la carità in parrocchia": sussidio a schede per l'animazione comunitaria con l’obiettivo di valorizzare la capacità di progettare e di curare forme e modalità di prossimità e relazione. Per tutti gli animatori pastorali.

  • "Caritas parrocchiale e azioni": video e schede per l'animazione in parrocchia e nel territorio. Strumenti che intendono offrire criteri capaci di orientare l'operato delle Caritas attraverso la pedagogia dei fatti.

  • "Parrocchia, territorio, Caritas parrocchiale": Gli atti del 30° Convegno delle Caritas diocesane (Fiuggi, 13-16 giugno 2005). Un Convegno per contribuire all'emergere di un nuovo "volto missionario" di parrocchia, sulla scia della nota pastorale Cei.

  • "La Parrocchia: una casa aperta al mondo": seminario di studio (Roma, 22-23 febbraio 2006)

 

Tel/​​Cell us:

 3391780885 / 3392633134/ 3318556795/

Indirizzo/​Find us: 

Caritas Pastorale di Gozzano Piazzale Basilica                   e-mail: craveroalberto@gmail.com        

                                                                                                                           ucciolibrando@yahoo.it

bottom of page